mercoledì 18 febbraio 2009

dall'anonimo Andrea Camilleri

quarta puntata:

Vorrei continuare a parlare dei giochi, ma allo stesso tempo dei personaggi del paese, personaggi genuini ruspanti come si dice adesso, spero di trovare un trait d’union.
Darrè a chiesa, ca po fussi a latu, quello di sinistra guardando la facciata, si giocava a cintati, tutti stavanu davanti a firriata , uno iva a ammucciari un cintu, possibilmente di coriu, poi dava il via alla ricerca chi lo trovava dava cintati a tutti finu a quannu nun si mittianu in salvo, poi andava a nascondere u cintu e si continuava, una sira eramu darrè a posta e iucavamu a bum, chissà è facili l’altra sera ci hanno giocato a scherzi a parte, comunque bisogna dire bum invece di dire 7 o suo multiplo o un numero con finale 7 ,chi sbagliava pagava pegno, dicevo quella sera quando si decideva i la penitenza da far fare è passato don Giurlannu u firraru (bonomo) e ci ha insegnato una bella penitenza “tigna è tignola”.
A prossima vota si v’interessa vi cuntu in zoccu cunsistiva, si nun vi interessa vu cuntu u stessu.

suggerimento postato:

vorrei suggerire ad andrea camilleri di continuare con i giochi, ricordando anche quelli violenti tipo: "a puntalati", "a tavula longa", "a scarricari vasceddri" e magari spiegando come ci si devertiva anche senza un soldo in tasca raccontando batti muro, le feste con la venuta du cubaitaru che minacciava i ragazzi che tentavano di rubare qualcosa con un coltello enorme. Le gabbie di polli davanti alle case in ogni strada. Il gioco consisteva nel passare di corsa un gruppo di ragazzi al grido "'e gaggi" e si abbattevano tutte facendo scappare le galline e creando confusione tra le nostre mamme proprietarie dei polli. Il Paese era vivo e veniva vissuto con piacere da grandi e bambini. Le strade piene di fango e tutte acciotolate. Ogni caduta rendeva pericoloso tornare a casa. Andrea Camilleri dovrebbe raccontarci un pò di aneddoti sui personaggi Joppolesi di allora. Oggi sono quasi tutti morti, ma rappresntavano l'aspetto caratteristico del paese. E' giusto che si tramandi il loro ricordo facendoli rivivere in questo blog.

1 commento:

Anonimo ha detto...

errata corrigere:
a proposito di "tigna e tignola" la filastrocca dovrebbe essere questa:
tigna e tignola
se bedda e si bona,
sì bedda e maritata
quantu corna avi la capra?

risposta: nove (per esempio)

l'altro riprende:
avissitu dittu cinquu (per esempio)
u tò nasu fora frittu,
ntu pignateggu ssstrittu
sstrittu e sstrittolu
si beddu e si bonu,
si beddu e maritatu
quantu corna avi la capra

e così via a girare....